
Una stagione partita al freddo della penalizzazione, un meno 6, che spaventerebbe tanti ma non lui, Serse Cosmi, uomo simpatico e tutto d’un pezzo che già l’anno scorso stava per compiere il miracolo a Lecce di salvarsi partendo da una situazione di classifica drammatica.
Ed in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport esprime le sue sensazioni dopo circa due mesi di torneo , con lo sguardo rivolto anche alla sua futura possibile ed auspicabile carriera: “Alleno un gruppo eccezionale, merita un premio per valore tecnico e umano. E io vorrei riuscire nell’impresa di Mazzarri con la Reggina e Colantuono a Bergamo: salvarsi partendo da sottozero”.
Non gli piace essere etichettato come sergente di ferro: “Ma descrivermi solo come motivatore è esagerato. Ho anche saputo esprimere bel gioco. Vorrei essere ricordato anche per le intuizioni che ho avuto. Qui si lotta per la salvezza e io metto in campo Rosina, Ze Eduardo, Calaiò, Angelo e Del Grosso, tutti votati all’attacco”.
Dopo anni in provincia, Cosmi non nasconde le proprie ambizioni: “Sia chiaro, ho altri 2 anni di contratto e qui sto benissimo, ma vorrei avere un giorno la soddisfazione di allenare una squadra di alto livello. Per capire anch’io se sarei in grado”.
In merito all’esperienza palermitana con Zamparini: “Non c’è stato posto dove sia stato sottovalutato e non considerato come Palermo. Sarei ipocrita se dicessi che quella storia l’ho liquidata. Zamparini fu comunque coerente: la squadra e l’ambiente erano ancora troppo legati a Delio Rossi, e senza l’aiuto di tutti è impossibile. Sono stato una parentesi: Pioli e Sannino hanno resistito ancora meno, pensavo di aver battuto un record, invece nemmeno quello”.
Infine una parola anche per gli arbitri, da cui si sente poco tutelato: “Da loro vogliamo essere trattati nello stesso modo degli altri. C’è la sensazione che a Siena tutto sia permesso: qui c’è minor attenzione mediatica rispetto a tutte le altre piazze, ma siamo ugualmente seri”.