E’ inutile nascondersi: una vittoria nel derby vale sempre per due. Anzi, per tre, perché tante sono state le reti, una più bella dell’altra, che hanno permesso al Palermo di battere i cugini del Catania e dare nuovamente un senso al campionato. A nulla è valsa la perla nel finale di Ciccio Lodi, direttamente da calcio di punizione. Il fantasma della retrocessione non ha abbandonato gli uffici di viale del Fante, ma la vittoria contro il piccolo Barcellona (come lo ha definito ironicamente Pietro Lo Monaco) è senza dubbio il carburante migliore per mettere il turbo al motore rosanero.
Il Palermo ha vinto nettamente e sotto tutti i fronti. Ha vinto grazie alla carica data dal suo a.d. in settimana, nel corso di una conferenza stampa che ha provocato una reazione stizzita da parte dell’ambiente catanese, e che in realtà ha causato proprio l’effetto desiderato: spostare tutta l’attenzione mediatica sulla persona di Lo Monaco, lasciando Gasperini e i suoi giocatori liberi di preparare la partita in santa pace. Il tecnico rosanero, poi, ci ha messo del suo, studiando minuziosamente tutti i possibili accorgimenti tattici per limitare il gioco del Catania, che scherzi a parte non sarà il Barcellona, ma se occupa il settimo posto in classifica un motivo ci sarà. Un piazzamento raggiunto grazie al filotto di risultati utili ottenuti tra le mura amiche, dato che dopo la sconfitta di ieri sera il report esterno è di soli tre punti in sette gare.
La squadra di Gasperini, come si diceva, è stata perfetta nel collettivo grazie anche alle prove staordinarie di alcuni singoli. A partire da Francesco Benussi, chiamato in causa per la squalifica di Samir Ujkani, che con ogni probabilità si accomoderà in panchina anche nella prossima di campionato contro l’Inter. Sarebbe un harakiri clamoroso, a nostro avviso, un nuovo avvincendamento tra i pali dopo la prova più che ottima da parte dell’ex estremo difensore del Torino, che ha risposto colpo su colpo alle conclusioni, più che altro da calci piazzati, di Lodi e compagni. Ha giocato benissimo tutta la difesa capitanata da Massimo Donati, chiamato al riscatto dopo i disastri di Bologna. Il fu centrocampista rosanero è stato sempre puntuale in marcatura su Morimoto (chi?), bravo a raddoppiare e ripartire l’azione da dietro, sgravando Rios e Kurtic dagli ingrati compiti di impostazione.
A proposito, una nota di merito va data proprio al mediano uruguaiano, che ieri per la prima volta ha fatto intendere perché venga considerato un titolare inamovibile della sua Nazionale. Accanto a lui, Kurtic ha mostrato ulteriori passi avanti sul piano della personalità, tanto da meritarsi al termine della gara il pubblico elogio da parte del suo allenatore. Buona prova, inoltre, degli esterni Morganella e Garcia. Il primo, soprattutto, si è mostrato prezioso dal punto di vista tattico, andando a stringere la posizione per pressare Almiron, uno dei cervelli del Catania.
Quando si parla dell’attacco, poi, si può solo sorridere. Bisognerebbe fare delle verifiche per sincerarsi che la carta d’identità di Franco Brienza non sia un falso d’autore. A nostro avviso infatti è impossibile che un giocatore di 33 anni riesca a correre incessantemente per tutta la partita mantenendo un livello straordinariamente costante di lucidità. Josip Ilicic ha alternato un primo tempo di sacrificio a una ripresa d’alta classe, perfezionando la doppietta che ha permesso al Palermo di vincere. Su Fabrizio Miccoli, poi, è inutile sprecare aggettivi. Il capitano rosanero ha deciso di segnare la rete numero 100 in serie A nel giorno migliore. Nel derby, quella partita che mai e poi mai si sarebbe sognato di saltare. “Ho visto Miccoli lavorare in questi 10 giorni come forse non ha
mai fatto – ha dichiarato Gasperini in mixed zone -. Voleva giocare a tutti i costi”. Non si è fatta attendere la risposta del capitano: “Ho fatto più punture nell’ultima settimana di quante non ne abbia fatte in tutta la mia vita – ha scherzato -. Non mi interessa il centesimo gol in A, sono molto più felice per la vittoria nel derby”. Peccato per l’ammonizione rimediata dopo la sostituzione con Dybala che gli costerà la squalifica (insieme a Donati, ndc) nel prossimo impegno in casa dell’Inter: “Solo io potevo essere capace di farmi ammonire in panchina!”, ha risposto sorridendo ai giornalisti nel postpartita. Ma si sa, al capitano tutto è permesso.